Sguardi periferici è il laboratorio che Aste&Nodi ha elaborato all’interno di UrbiLAB Peripherie, uno spazio creativo in cui ragionare sulla città, che si inserisce nel progetto Zukunftswerkstatt Europa - ovvero Officine del futuro dell’Europa - promosso dai Goethe-Institut della regione sud-ovest europea.
Il progetto transnazionale vuole chiamare all’azione i giovani dai 14 ai 19 anni ed offrire loro un luogo in cui poter riflettere sul proprio futuro e su quello dell’Europa, con uno sguardo e un’attitudine sensibile ai temi presenti nell’Agenda 20-30: cambiamenti climatici, pari opportunità, partecipazione sociale.
Cercare l’Europa dove ce n’è più bisogno
La crisi pandemica e la conseguente crisi economica stanno incidendo negativamente nelle città, soprattutto nei luoghi in cui le economie locali sono già fragili, evidenziando sempre di più i problemi e le precarietà che abitano le nostre periferie. Sguardi Periferici, quindi, vuole raccogliere una serie di attività dedicate ai giovani con l’obiettivo di favorire la crescita di discussioni e pratiche riguardo lo sviluppo urbano sostenibile. Il laboratorio vuole avvicinare i ragazzi al concetto di spazio pubblico non solo come entità fisica ma soprattutto sociale, accompagnandoli nella riscoperta dei loro quartieri, delle loro geografie di riferimento e nella re-immaginazione di questi.
Il nome scelto per questo laboratorio non è casuale: “sguardi periferici”, infatti, non allude solamente allo sguardo che si rivolge alle periferie delle nostre città ma fa riferimento anche al concetto di vista periferica: il nostro percorso, infatti, si vuole concentrare su tutti quegli elementi che il nostro occhio vede ma non riesce completamente ad osservare.
Nei quattro incontri a disposizione, abbiamo provato a reindirizzare gli sguardi degli studenti del Liceo Linguistico P. Calamandrei di Napoli e del Liceo Linguistico M. Polo di Bari verso i luoghi e le geografie che ognuno di loro considera come un riferimento nella propria vita quotidiana. Abbiamo sperimentato, con gli studenti, la tecnica del photovoice: un metodo di indagine che, a partire dalla fotografia, cerca di portare il partecipante ad esprimersi circa concetti e sensazioni che difficilmente, tramite i mezzi tradizionali della parola e della scrittura, possono essere comunicati.
I temi portanti di “Sguardi periferici” si ritrovano nell’Agenda 20-30 dell’ONU e nei principali documenti prodotti dall’Unione Europea in merito alla sostenibilità urbana come: cambiamenti climatici, rigenerazione e riqualificazione urbana, pari opportunità, giustizia sociale.
L’immagine e la parola
Il kit
Abbiamo immaginato, per l’uso del photovoice, la composizione di uno “scatolone” che comprende i materiali necessari per il laboratorio, sia in forma cartacea che in forma digitale. Il kit comprende delle parole collezionate a partire dai documenti dell’Unione Europea in tema di sostenibilità urbana, foto evocative, frames e stickers che ritorneranno utili nella fase di creazione e collage. Immaginiamo che lo scatolone possa essere fornito non solo ai laboratori che si inseriscono prettamente nel progetto UrbiLAB ma che possa essere aperto a tutte le scuole – o organizzazioni – che intendono avventurarsi nel tema della rigenerazione urbana.
UrbiLAB // Da Ponticelli a Bari
1/4 : L’immagine e la parola
La prima giornata di laboratorio ha avuto come protagoniste, quindi, le parole e le immagini: una serie di parole chiave sono state sottoposte agli studenti i quali ne hanno spiegato il significato facendo riferimento anche al proprio bagaglio di conoscenze. Successivamente hanno collegato i termini scelti – i cinque tra quelli dati, che rispecchiavano per loro i concetti fondamentali da approfondire - ad alcune immagini evocative che erano state loro esposte e, in questo modo, si è andata a creare una sorta di mappa concettuale visiva dove i concetti erano collegati alle foto.
Nella seconda giornata, invece, gli studenti sono diventati ancora di più i protagonisti del laboratorio: ognuno ha ricevuto cinque frames, ciascuno con delle didascalie da seguire, in cui hanno incorniciato le foto scattate che sono servite da mezzo tramite il quale iniziare a prendere confidenza con le geografie del quotidiano.
Ognuno ha potuto, quindi, mostrare a tutta la classe il proprio posto preferito, quello in cui ritrova (o non ritrova) uno dei temi del laboratorio e il luogo che riqualificherebbe. Dall’esposizione di queste immagini, raccolti in un Padlet condiviso a tutta la classe, si è sviluppata una discussione più approfondita sulla rigenerazione urbana e sulle azioni che potrebbero essere attivate per il miglioramento di quei luoghi.
2/4 “Di cosa parliamo quando parliamo di luoghi?”
Con la III M di Ponticelli è emersa la necessità di avere più verde nel proprio quartiere, l’impossibilità di poter vivere la “villa”, ovvero il Parco Fratelli De Filippo, la mancanza di luoghi curati in cui potersi riunire e il problema del mancato funzionamento della fontana dell’edificio dell’ex ARIN (oggi ABC) che rappresentava, per molti ragazzi, un punto di riferimento e un ricordo di infanzia pur essendo semplicemente un luogo di passaggio.
I ragazzi della III M del Liceo M. Polo di Bari, invece, ci hanno raccontato – ognuno in riferimento al proprio quartiere di appartenenza – dell’assenza di posti in cui giovani e giovanissimi possano stare insieme e del disagio nel dover raggiungere, ogni weekend, il capoluogo in quanto questo solamente riesce ad offrire un minimo di attività per loro.
3/4 Una matita sulla città
4/4 La mostra
Partendo da questa riflessione, si è sviluppata la terza sessione di laboratorio: dopo che ciascun ragazzo ha fotografato e stampato uno dei propri luoghi di riferimento in città, la classe si è divisa in gruppo e – facendo riferimento alle 5 parole chiave emerse dal primo incontro - ha potuto re-immaginare e ridisegnare lo spazio con l’uso di matite, colori e stickers. Dai lavori è emersa la necessità di riqualificare alcuni edifici in città che attualmente versano in condizioni di abbandono per rimetterli all’uso esclusivo della comunità, come centri di accoglienza per i senzatetto o sportelli di ascolto per gli abitanti. Inoltre, sono state prese in considerazione alcune aree abbandonate, non edificate o in transizione, e trasformate in parchi aperti, skate park o spazi per il gioco con attenzione e sensibilità alla sostenibilità ambientale ed energetica.
Infine, durante l’ultimo incontro di “sguardi periferici” si è tenuta la mostra espositiva di tutti i lavori prodotti dai ragazzi, i quali hanno potuto esprimere le proprie considerazioni con i professori, la preside, rappresentanti del Comune e di alcune realtà associative attive sul territorio. Inoltre, in ultima battuta, sia gli studenti del P. Calamandrei che quelli del M. Polo hanno registrato uno statement video in cui hanno raccolto le proprie idee e le proprie speranze per il futuro del loro quartiere e della loro città.
Gli statement saranno inviati al Consiglio dell’Unione Europea, insieme a tutti quelli prodotti dagli UrbiLAB dei Goethe-Institut afferenti al progetto Zukunftswerkstatt Europa, con l’augurio che i problemi delle periferie, non solo del Sud Italia ma di tutta la regione sud ovest d’Europa, possano essere trasformati in opportunità.